Il Centro Arti Visive (CAV) viene fondato nel 2005 dal Prof. Rettore Emerito Alberto Castoldi (Bergamo, 5 agosto 1941 - Bergamo, 19 aprile 2019).
Il Centro, a partire dalle teorie e dalle analisi dei procedimenti artistici e letterari, si occupa delle varie declinazioni del testo: dallo studio dei soggetti iconografici e iconologici alle tematiche dell’immaginario sul versante antropologico; dalla tecnica di realizzazione delle immagini e delle opere d’arte ai problemi inerenti la loro conservazione e la valorizzazione del patrimonio culturale.
Oltre ad attività di didattica, pubblicazioni e progetti di creazione e sviluppo di archivi digitali riguardanti i temi indicati, le attività del Centro si articolano secondo il progetto:
CULTURE DELL'IMMAGINE
Fuori dagli schemi e dalle categorie, all’insegna di una interdisciplinarietà programmatica libera, il Centro Arti Visive (CAV) si occupa di tutto il mondo delle immagini, cioè del mondo a partire dalle immagini e dalle questioni che esse sollevano e rappresentano, delle domande che esse pongono alle discipline, della loro vita, dei loro diversi modi di essere, delle loro migrazioni: come le immagini attraversano le culture, nelle loro molteplici identità, e di come le culture ne sono interrogate.
Diretta da Georges Bataille, la rivista “Documents” rappresenta, nel breve arco della sua esistenza (1929-1930), uno straordinario momento di ripensamento sia della nozione tradizionale di arte sia di quella di avanguardia, le cui ripercussioni sono tuttora attuali. Punto nodale della rivista è il ruolo pilota riservato da Bataille alle scienze umane. In particolare l’etnologia, rifondata sotto l’impulso di Emile Durkheim e di Marcel Mauss, viene posta al centro del lavoro di “smontaggio teorico” messo in atto dai collaboratori. In opposizione, da un lato, all’estetismo accademico, dall’altro, al surrealismo, la rivista – cui partecipano i maggiori etnologi del tempo: Michel Leiris, Carl Einstein, André Schaeffner, Marcel Griaule… – attribuisce un ruolo centrale alle scienze umane, privilegiando un processo di decostruzione delle categorie estetiche tradizionali in cui ebbe forte rilievo l’uso trasgressivo della fotografia (Jacques-André Boiffard; Eli Lotar) e dell’immagine cinematografica (Sergej Michajlovič Ėjzenštejn), volto a scardinare il concetto di antropomorfismo.
Il centro intende promuovere un approccio all’immaginario antropologico delle arti e della letteratura. Tra le tematiche che caratterizzano le ricerche del Centro vi sono il sistema degli oggetti, il collezionismo, il paesaggio e la geografia letteraria, le forme dell’immaginario, le eterotopie, i luoghi della memoria.
Il progetto di ricerca ARTE | MODA ARCHIVE nasce nel 2014 come archivio digitale atto a raccogliere documenti iconografici imprescindibili per la conoscenza della moda e del costume e della loro evoluzione nel corso di oltre cinque secoli, dall'inizio del XIV alla fine del XIX secolo.
I collaboratori fissi e gli studenti – tirocinanti e laureandi – dell’Università di Bergamo e di altri atenei, sotto la supervisione del comitato scientifico di ARTE | MODA ARCHIVE, svolgono attività di ricerca individuando unicamente immagini di dipinti datati, e non databili, ovvero documenti storici che vengono descritti all’interno di schede dettagliatamente redatte al fine di porre in rilievo mutamenti dettati da fattori sociali, politici, culturali, economici e psicologici che hanno trasformato l'abbigliamento tra medioevo ed età moderna.
La suddivisione per tipologie vestimentarie (abiti femminili, maschili, dell'infanzia, accessori e tessuti) rende facilmente fruibili i documenti a studiosi, ricercatori e appassionati di moda che possono in questo modo attingere a riferimenti iconografici della moda riconducibili ad anni precisi, per confronti stilistici, proposte di datazione e comprensione visiva delle trasformazioni che la moda ha subito, in tutta Europa, nei secoli che hanno segnato il trionfo, a diverse riprese, della moda italiana, spagnola e olandese, francese e inglese.
Incentrata sulle analisi non invasive dedicate a testi pittorici, grafici, fotografici, tessili, scritti, sculture e installazioni, a supporto della ricerca storico‐artistica e tecnica, e della loro conservazione. L’attività di diagnostica del CAV si concentra sulla ricerca e sull’applicazione delle analisi scientifiche non invasive allo studio ai fini conoscitivi e conservativi di opere d’arte di varia epoca e tipologia, policrome e non, realizzate su diversi supporti: legno, tela, muro, carta, pergamena, metallo, vetro, ecc. L’applicazione delle analisi è vista come un aspetto fondamentale della conoscenza del manufatto, fornendo dati utili allo storico come pure ai fini della sua fruizione e conservazione ottimale. Questi obiettivi implicano il dialogo di competenze multidisciplinari scientifiche (fisiche, chimiche, ambientali, ingegneristiche), umanistiche (storiche, artistiche, filologiche, museologiche) e di saperi tecnici negli ambiti della conservazione e del restauro. La diagnostica si avvale di tecnologie avanzate e ottimali messe a punto in progetti di rilievo nazionale e internazionale. A partire dal 1998 sono state esaminate oltre 4000 opere in prestigiose collezioni pubbliche e private italiane e straniere. Particolarmente attento ai progetti territoriali che prevedano una valorizzazione del patrimonio artistico e storico anche attraverso la conservazione delle opere, ha collaborato con la Regione Veneto e la Regione Marche per ampi progetti su Giovanni Bellini, Cima da Conegliano, Lorenzo Lotto, Tiziano. Collabora da un decennio con le Scuderie del Quirinale di Roma e con varie Soprintendenze ai Beni Storici e Artistici, dalla Sicilia al Friuli Venezia Giulia per numerosi progetti, da Antonello da Messina alla pittura del XV-XVI secolo, a Tiepolo e Hayez.
Il Fondo Mario De Micheli di Trezzo D’Adda, di recente acquisizione, prevede lo studio dell’archivio, della fototeca, della biblioteca e della collezione di opere di medio-piccole dimensioni, specie scultoree. Di tale fondo, di cui è in itinere la creazione del sito dedicato, è prevista, mediante mostre e altre iniziative, la progressiva valorizzazione, che andrà di pari passo con lo studio puntuale e la condivisione delle nuove risorse.